Episode 191

191: Le orecchiette proibite.

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18 October 2025

28 mins 24 secs

Your Hosts

About this Episode

Questa settimana vi portiamo in giro per la riviera adriatica, da Venezia a Bari! Quindi si mangia, si va al teatro, e forse facciamo anche un po' di sport!
Pronti? Mettetevi comodi, stiamo per iniziare.

Trascrizione interattiva e Vocab Helper

Come scaricare la trascrizione

Vocabolario

Note dell'episodio

Making a Panino! Vlog in Slow Italian 🇮🇹 - https://www.youtube.com/watch?v=-RzYEBD1Whg&t=4s


Iniziamo subito a Venezia. Ma questa volta non andiamo in giro per la citta', andiamo direttamente al teatro dell'opera: la Fenice.
Cosa succede?
A quanto pare hanno nominato il direttore d'orchestra per la prossima stagione, ma dopo aver dato un occhio al curriculum e l'eta' del direttore/direttrice, sono stati sollevati un po' di dubbi.

Gran teatro la Fenice
https://it.wikipedia.org/wiki/Gran_Teatro_La_Fenice


Da Venezia andiamo subito in Puglia, rimaniamo quindi sul Mar Adriatico. Ma cosa succede? E dove andiamo?
Andiamo a Bari, di preciso andiamo a Bari vecchia.

https://it.wikipedia.org/wiki/Bari

In una delle stradine della parte vecchia della citta', ormai da sempre, ci sono alcune signore che fanno le orecchiette https://it.wikipedia.org/wiki/Orecchiette e poi le vendono ai turisti. MA, c'e' un MA, purtroppo dopo una segnalazione hanno scoperto una cosa sconvolgente!
Curiosi?


Concludiamo con un po' di movimento dopo tutto questo cibo!
Movimento... almeno delle braccia! Andiamo a fare tiro con l'arco! Matteo sta iniziando a fare tiro con l'arco e ci racconta della sua esperienza, e soprattutto, perche'?

Trascrizione

Matteo:
[0:24] Buongiorno!

Raffaele:
[0:26] Buongiorno, matteo.

Matteo:
[0:29] Come va, un po' raffreddato?

Raffaele:
[0:31] Raffreddato no, ma ho avuto tosse negli ultimi giorni,come si può sentire, ed è un segno delle stagioni che si avvicendano. Siamo in pieno autunno e questo vuol dire...uno può pensare che quindi le temperature a Napoli e in Italia sono più fresche: sì e no, è il tipico periodo dell'anno in cui hai quattro stagioni in una giornata. (Confermo anche qui.) Quindi la mattina fa molto fresco; a mezzogiorno fa anche molto caldo, 20-25 gradi; la sera fa proprio freddino. Quindi è molto difficile scegliere cosa mettere la mattina, cosa indossare la mattina sì.

Matteo:
[1:18] Decisamente sì, chissà cosa indossi invece per le prime...

Raffaele:
[1:29] Le prime cosa?

Matteo:
[1:31] Una prima, una prima, sì, una prima. Il primo spettacolo della stagione del teatro della città.

Raffaele:
[1:40] Ah, perché prima è un aggettivo e quindi se lo usi senza il sostantivo, senza il nome, non capisco di cosa stai parlando.

Matteo:
[1:49] È giusto, però quando si parla del primo spettacolo in realtà diventa un sostantivo. Però a questo punto perché prima? Perché non primo?

Raffaele:
[2:01] Eh, perché non è il primo spettacolo ma è la prima esibizione, suppongo. (Ok.) Sì, non penso ci sia un'altra parola, non mi viene in mente quantomeno un'altra parola. La prima replica, la prima messa in scena.

Matteo:
[2:23] Forse è messa in scena, fa più teatro.

Raffaele:
[2:26] Non lo so. Fatto sta che sì, hai ragione, usato da solo è un sostantivo. E la prima è il primo spettacolo dell'anno, quello che apre la stagione di un teatro. E generalmente la stagione teatrale inizia attorno a questo periodo, no? Metà ottobre. Quindi in tutti i teatri d'opera maggiori in Italia ci sono queste prime, che è l'evento culturale forse più alto dell'anno per questi teatri. E anche i giornali ne parlano tantissimo, ne parlano ancora di più quest'anno perché in una delle grandi città italiane, Venezia, c'è stato un brutto pasticcio.

Matteo:
[3:13] Che hanno combinato adesso? Già non è un teatro fortunato quello lì di Venezia.

Raffaele:
[3:20] La Fenice di Venezia, che si chiama così e insomma la sua storia conferma l'importanza del suo nome.

Matteo:
[3:32] Ha avuto un paio di sfortune, tra le quali il fatto che ha preso fuoco ed è bruciato.

Raffaele:
[3:39] Proprio come il suo nome, è risorta dalle sue ceneri. Adesso è storicamente sempre stato uno dei teatri d'opera più importanti d'Italia. Però sui giornali in queste settimane c'è finito per un motivo sbagliato, per una nomina della discordia.

Matteo:
[4:00] Ahia, hanno nominato il primo contrabbasso?

Raffaele:
[4:06] No, il direttore di orchestra nuovo, a partire in realtà dall'anno prossimo. Però è successo l'impossibile: è stata nominata Beatrice Venezi, una direttrice d'orchestra che ha detto chiaramente "io preferisco che mi si chiami direttore". Quindi adesso avremo la difficoltà per tutta la puntata se utilizzare direttore o direttrice.

Matteo:
[4:35] Ma era la stessa cosa che ci aveva detto la nostra prima ministra?

Raffaele:
[4:39] Il primo ministro, in realtà noi non abbiamo il primo ministro. Il presidente del consiglio dei ministri, che non è presidentessa o presidenta, ma preferisce farsi chiamare presidente del consiglio. Ma hai fatto un collegamento un po' strano, Matteo. Il primo collegamento, lasciamolo lì.

Matteo:
[5:00] Lasciamolo lì.

Raffaele:
[5:01] Il punto è che l'opinione pubblica si è interessata a questa nomina e ha scoperto che in realtà il curriculum di questo direttore d'orchestra non è così importante da giustificare una nomina che è, dal punto di vista culturale, tra le prime cinque in Italia. Stessa cosa hanno fatto i membri dell'orchestra della Fenice, che hanno deciso di scioperare per questo. Hanno detto "no, qui non va bene, questo direttore d'orchestra non ha un curriculum all'altezza di tutti i direttori d'orchestra del passato glorioso della nostra fondazione, del nostro teatro. Non va bene."

Matteo:
[5:48] Vabbè, non possiamo dargli torto.

Raffaele:
[5:50] Io non me ne intendo, quindi non saprei dirti, però per quello che ho letto effettivamente non ha grandi esperienze, soprattutto non ha esperienza internazionale e i posti in cui ha suonato non hanno neanche una rilevanza assoluta nazionale. Aggiungi la giovane età, parliamo di un direttore d'orchestra di soli 35 anni. È strano arrivare a questi livelli così giovani, no? Viene quasi in mente che possa essere una nomina strumentale.

Matteo:
[6:24] Eh, immagino di no, insomma. Avrà tante qualità tecniche e tanta esperienza da direttrice d'orchestra. Direttore, mi perdoni.

Raffaele:
[6:39] Pensa che in questi giorni si dovrebbe tenere la prima a Venezia e non si terrà, non si terrà. La questione ha fatto talmente tanto scalpore che rischia di saltare tutta la stagione alla Fenice e considera che lei sarebbe dovuta diventare il direttore dell'orchestra della Fenice la stagione successiva. Però l'orchestra ha deciso di scioperare da subito per chiedere la revoca della nomina e quindi nominare qualcun altro al posto della Beatrice Venezi. Che è un personaggio interessante, perché? Perché pur non essendo definibile come influencer nel senso stretto della parola, è un personaggio anche mediatico. Cioè spesso è invitata in televisione, spesso fa interviste sui giornali, e ha fatto già parlare di sé in passato anche per la sua vicinanza al governo e torniamo al discorso Meloni.

Matteo:
[7:46] A proposito di suonare io penso che Katie non si sia ricordata che stiamo registrando il podcast e ha deciso di ripassare qualcosa alla batteria. Quindi vado un attimo di là e le chiedo di posticipare questo suo sfogo musicale.

Raffaele:
[8:10] Fantastico. Ti aspettiamo. Katie, in un modo o nell'altro, ha trovato il modo di tornare ai microfoni del podcast di Easy Italian.

Matteo:
[8:18] (Scusateci. Ciao, Raff.)

Raffaele:
[8:21] Buon concerto.

Matteo:
[8:22] Ciao. (Scusami. Scusatemi.) Ciao. (Ciao.) Ok.

Raffaele:
[8:30] Allora, dove eravamo? Dicevamo che il ruolo della Beatrice Venezi è quello di consigliera del ministro della cultura e addirittura consigliere musicale del presidente del consiglio, Giorgia Meloni.

Matteo:
[8:48] Quindi consigliere musicale, ma un po' come tipo che fa? Consiglia le playlist?

Raffaele:
[8:53] Dice: "senti 'sta canzone, senti che bella". Non lo so, suppongo ecco, sempre in termini di eventi, organizzazioni di eventi, decisioni culturali e musicali. Quindi è una figura politicizzata. A rendere più pesante la situazione c'è il fatto che la Venezi ha già fatto parlare di sé negli anni scorsi. In particolare due anni fa al concerto di apertura delle celebrazioni del centenario della morte di Puccini, Giacomo Puccini, compositore, lei ha deciso di iniziare il concerto con un pezzo in particolare, che è l'inno a Roma. E fin qui non c'è nulla di male: Puccini ha scritto un inno patriottico dedicato alla capitale d'Italia. Il problema è che quella canzone, quel pezzo, quel brano era molto popolare durante il ventennio fascista. Ed è stato addirittura, ed è diventato addirittura poi il vero e proprio inno del movimento socialista italiano, che è l'erede, il figlio del partito fascista italiano. Ok, quindi è un messaggio subliminale, ma molto forte.

Matteo:
[10:20] Eh sì, manco tanto subliminale.

Raffaele:
[10:24] No, lei dice "che c'è di male, Puccini, la musica non va strumentalizzata"

Matteo:
[10:31] È stato strumentalizzato già per essere un inno...

Raffaele:
[10:34] Hai ragione, bisogna sempre contestualizzare. E quindi insomma ecco la frittata completa, ovvero c'è chi dice "i fascisti all'opera non li vogliamo". Insomma quando si politicizza in maniera così netta e forte un argomento del genere è chiaro che se ne parla, la discussione pubblica in Italia è bella accesa sull'argomento. Ma io ti riporterei ai due cardini principali. In primis, il metodo: si critica il metodo, ovvero il metodo dovrebbe essere meritocratico. E secondo: l'indipendenza della scelta, ovvero la politica, la scelta delle figure culturali del paese non dovrebbero essere politicizzate.

Matteo:
[11:23] Giusto, da nessuno dei lati.

Raffaele:
[11:28] Da nessuno dei lati assolutamente. Fatto sta che adesso a Venezia non c'è la prima, forse non c'è neanche la seconda, e forse non c'è neanche la stagione. Vi aggiorneremo, però questo era un tema interessante che riguarda una donna, anzi una controversia attorno ad una donna italiana. E non è neanche l'unica, Matteo, di questi tempi.

Matteo:
[12:05] Non nego che ho un certo languorino.

Raffaele:
[12:08] Già vogliamo parlare di cibo?

Matteo:
[12:10] Girando, girando, non è che ci possiamo fermare da qualche parte e facciamo uno spuntino.

Raffaele:
[12:17] Ci dobbiamo fermare, è proprio obbligatorio, perché da Venezia ci spostiamo a Bari, restiamo così sulla costa.

Matteo:
[12:26] Tutto lo stivale facciamo praticamente.

Raffaele:
[12:27] Restando però sulla costa adriatica e magari facendo la connessione con anche le navi da crociera. Ché magari dopo aver visitato Venezia in un giorno, il giorno successivo sono a Bari. E tutti questi turisti che visitano la bellissima città di Bari vanno a finire tutti quanti nella cosiddetta Bari Vecchia, che è il nucleo originario della città di Bari ed è la parte chiaramente anche più turistica. Sei mai stato a Bari, Matteo?

Matteo:
[13:00] Sì, tantissimo tempo fa per vedere una zia, una parente, ho pochi ricordi, tutti i ricordi che ho di Bari probabilmente provengono dalle foto, video e cose che ho visto dopo. Perché ero forse troppo giovane ma non ricordo proprio niente. Tu invece sei stato a Bari?

Raffaele:
[13:26] Io ci sono stato un paio di volte almeno negli ultimi anni, cioè un paio di volte solo negli ultimi 3 o 4 anni. Penso che grosso modo ne abbiamo anche parlato all'interno del nostro podcast. Bellissima, consiglio a tutti la visita di Bari, non solo della città vecchia ma anche una passeggiata nella parte più nuova, ecco anche la zona del teatro. Bella, piaciuta tanto, tra l'altro ha qualche punto in comune con Napoli, anche se solo vuoi pensare al mare, al lungomare, eccetera. Però tutti quelli che vanno a Bari entrano a Bari Vecchia e tutti quelli che entrano a Bari Vecchia, prima o poi, in uno dei vicoletti bianchi della città, incontrano delle vecchiette, delle arzille signore anziane baresi, con dei tavolini aperti fuori dalle loro case al piano terra.

Matteo:
[14:22] E cosa fanno?

Raffaele:
[14:23] Su questi tavolini fanno le orecchiette.

Matteo:
[14:25] Pensavo il gioco delle tre carte... (No no, cibo, orecchiette, cosa sono le orecchiette, Matteo?) Le orecchiette sono pasta, pasta fresca, una forma di pasta ed è praticamente come se fosse una piccola campana, campanella.

Raffaele:
[14:48] Sì, alla fine si chiamano così perché assomigliano ad un orecchio.

Matteo:
[14:52] Sì, però è un orecchio un poco caratterizzato, ovviamente, perché sarebbe difficile.

Raffaele:
[15:01] È un cerchietto di pasta e poi schiacci questo cerchietto con la punta delle dita, no? Penso il pollice ma non sono sicuro. Ed è la pasta tipica della Puglia. In particolare le orecchiette con le cime di rapa sono il piatto tipico barese e direi anche un po' di tutta la Puglia. È bello, no? La tradizione, le signore anziane che si riorganizzano. In particolare c'è una di queste signore, la signora Nunzia Caputo, che è diventata una vera e propria star, è andata a finire sui giornali, è andata a finire in trasmissioni televisive italiane, ma anche straniere. Addirittura il New York Times l'ha intervistata, è stata ospite, lei adesso è diventata amica di alcuni dei cuochi più famosi al mondo. Insomma una vera e propria celebrità influencer da 70.000 follower su Instagram, per citarne uno dei vari social media. Tutto bello?

Matteo:
[16:10] Beh, sì, no? Bello e buono, direi.

Raffaele:
[16:14] Bello e buono, hai ragione, io confermo di esserci stato, non ricordo la signora nello specifico, ma ho acquistato anch'io il mio bel pacco di orecchiette, le abbiamo portate a casa e ce le siamo cucinate ed erano molto buone. Tutto bello e buono fino a un certo punto, perché sembra che non sia tutta la storia. Quest'anno ci sono state diverse controversie, in particolare c'è stata una segnalazione. Guardate che alcune delle signore vendono orecchiette del supermercato.

Matteo:
[16:51] No, mi cade un mito enorme così.

Raffaele:
[16:57] I carabinieri sono andati lì e hanno trovato sulle quattro signore che vendevano orecchiette in quel momento, hanno trovato che tre su quattro in realtà compravano le orecchiette al supermercato, le svuotavano dentro buste di plastica trasparenti senza marchio, e le vendevano per proprie, per fatte in casa.

Matteo:
[17:20] Questa è una cosa pessima.

Raffaele:
[17:22] Brutta brutta brutta. E l'unica che non è stata multata, tra l'altro multa abbastanza salata, circa 5.000 euro, è stata proprio la signora Nunzia. Secondo te è l'unica onesta?

Matteo:
[17:37] O è l'unica che ha qualche amicizia? Rimanendo nell'ambito di politica, nomine strane...

Raffaele:
[17:47] Non voglio essere cattivo. Tu prima hai detto una cosa: o è la più onesta o è la più brava. Tra virgolette brava.

Matteo:
[17:56] La più astuta.

Raffaele:
[17:57] La più astuta, la più brava a non farsi cogliere sul fatto, non lo so come dire. Per quelle che sono state beccate, si dice tecnicamente in flagrante, condanniamo: non si fa, voi ingannate le persone così. Per la signora Nunzia, come si dice, beneficio del dubbio. Quindi fino a prova contraria le orecchiette sue le fa lei. Ed il punto è proprio questo ed è un punto più grande in giro per il discorso del turismo in Italia, delle tradizioni, gli artigiani eccetera. Una delle signore ha detto: "sì, ma amici miei cari, con tutti questi turisti io da sola non ce la faccio a fare orecchiette per tutti. La domanda è molto superiore all'offerta e io che dovevo fare? Non dovevo vendere le orecchiette?? E le ho comprate già fatte..."

Matteo:
[18:49] Questo è interessante come punto perché in realtà io direi: quando finiscono, finiscono.

Raffaele:
[19:00] Eh, è proprio quella, l'unicità dell'artigiano.

Matteo:
[19:03] Eh sì, però capisco anche dall'altro lato la questione che alcune, probabilmente alcune di queste signore hanno iniziato perché le facevano, ma poi è diventato un loro sostentamento economico. E quindi, come dire, per farlo diventare sostentamento economico devono essere di più le vendite di quanto una signora anziana può fare. Perché, insomma, le orecchiette e fare la pasta non è una cosa leggerissima ed è una cosa che devi fare tutti i giorni.

Raffaele:
[19:50] E poi manualmente in continuazione, poi devi metterle a seccare, insomma è una procedura bella lunga. Però è quella la chiave, loro vengono da te e non vanno al supermercato perché è una cosa fatta a mano, artigianale, fatta da una persona del posto con tutto il suo bagaglio di esperienze che insomma in quel gesto di schiacciare l'orecchietta ci racchiude la vita. E quindi è molto diversa da quella industriale del supermercato, se vendi quella del supermercato è una truffa. Se vuoi lavorare da sola, allora quando sono finite le tue dici "basta ragazzi, sono finite le orecchiette per oggi, tornate domani" e chiaramente vuol dire che dovrai dire di no al 90% delle richieste. L'altra opzione è quella: ma con tante nonne che ci saranno a Bari...

Matteo:
[20:46] Non possono tutte quante organizzarsi?

Raffaele:
[20:48] Esatto, perché non fare una cooperativa e tutte le nonne di Bari, non solo quelle quattro, possono se vogliono mettersi a fare le orecchiette. Ma poi non è detto che devono essere solo le nonne di Bari, possono essere anche i nonni, possono essere anche i giovani, insomma si può allargare il discorso in altro modo se si vuole.

Matteo:
[21:12] Però così diminuisce il compenso.

Raffaele:
[21:15] Sicuramente, però tra dire di no al restante 90% e dire di sì, magari con qualche progetto sociale locale: io preferisco la seconda.

Matteo:
[21:27] Concordo sì, molto molto molto giusto.

Raffaele:
[21:31] La signora Nunzia in realtà era già stata beccata l'anno scorso e le era stato chiuso il negozio, tra virgolette, che poi cioè alla fine è casa sua, suppongo. Non perché vendeva le orecchiette del supermercato, ma perché non rispettava altre regole, quale il rilascio dello scontrino e altri problemi sanitari, perché chiaramente stiamo parlando di vendere per strada del cibo, ci vogliono tutta una serie di licenze che all'epoca non aveva, adesso ha e quindi forse anche grazie a questo e grazie anche alla sua fama si è messa a posto e allo stato attuale è l'unica nonnina che può vendere le orecchiette. Ma le altre nonnine hanno deciso di chiudere la strada in segno di protesta.

Matteo:
[22:27] Così proprio, hanno detto: "non possiamo vendere e voi non potete passare".

Raffaele:
[22:33] Esatto, chissà anche qui come andrà a finire la situazione, suppongo sia stata già risolta, perché poi quando c'è l'interesse economico si trova una soluzione. Però Matteo, tutto dopo tutte queste orecchiette non senti l'esigenza di fare un po' di movimento?

Matteo:
[22:49] Sì, guarda io ho anche il movimento perfetto.

Raffaele:
[22:59] Corsa? Calcetto?

Matteo:
[23:01] No, ti stupirò con... Tiro con l'arco.

Raffaele:
[23:07] Eh?

Matteo:
[23:08] Eh?

Raffaele:
[23:09] Ma il tiro con l'arco inteso proprio arco e freccia.

Matteo:
[23:14] Arco e freccia, tiro con l'arco.

Raffaele:
[23:16] Alla medievale.

Matteo:
[23:16] Esattamente, alla medievale, non tanto medievale in realtà, cioè nel senso che è ovviamente un oggetto che veniva usato anche durante il Medioevo, ma quello con cui ho tirato io nelle ultime settimane è abbastanza moderno.

Raffaele:
[23:36] Ah tecnologico anche magari.

Matteo:
[23:37] Ma no tecnologico no, però, no assolutamente. Anche perché è un arco scuola, come si dice, nel senso che è un arco per iniziare che viene dato dall'associazione dove vado per tirare con l'arco.

Raffaele:
[23:54] Come mai questa cosa?

Matteo:
[23:57] Perché? Complicato? No in realtà non è complicato: è una cosa che mi ha sempre attirato, ma da sempre da quando ero bambino. Non è facile farlo, non è facile trovare un luogo dove farlo, soprattutto quando si vive in città, nella città, perché tutte le associazioni che fanno tiro con l'arco di solito sono collocate all'esterno. Perché spesso hanno un campo di tiro e ovviamente questo campo di tiro è fuori la città, oppure usano delle palestre di scuole. Però le scuole che stanno al centro sono perennemente occupate dagli sport più in voga, vedi calcio, vedi pallavolo, vedi pallamano, basket, tutte queste associazioni che organizzano questi sport. Invece quando si va un po' più fuori ci sono più spazi, le scuole hanno più palestre e quindi... a volte le associazioni più piccole come quelle che fanno tiro con l'arco riescono a trovare spazio. Ed è dove vado io, a Cormano.

Raffaele:
[25:16] Ma io voglio sapere come ti è nata la passione per il tiro con l'arco. Io l'ho fatto, ho tirato un paio di volte nei villaggi turistici, è la classica attività pomeridiana del villaggio turistico.

Matteo:
[25:30] Ma guarda, io non lo so, a me è sempre piaciuto, mi ha sempre attirato. Sono riuscito ad andare a tirare qualche volta a Napoli, ormai decenni fa. Sono andato, e questa forse l'avevamo anche raccontata in passato, sono andato a fare tiro con l'arco nella foresta di Sherwood. (

Raffaele:
[25:57] No, fermi tutti, fermi tutti. Questa non la sapevo. Tu così me lo dici? Adesso, sai che c'è di nuovo? Settimana prossima ho già organizzato tutta la puntata e parleremo di Nottingham, Matteo, Robin Hood, Sherwood... È scritto, tutta la puntata dedicata a questo.

Matteo:
[26:22] Allora mi fermo qui e vi lascio un po' così in sospeso.

Raffaele:
[26:31] Vabbè, io qualche domanda sul tiro con l'arco, il tuo sport delle ultime settimane ce l'ho. Se per te va bene te le faccio nel nostro aftershow, ok?

Matteo:
[26:41] Affare fatto. Mi piace anche perché è una cosa che mi interessa e mi piace e purtroppo riesco a fare solamente una volta a settimana e questa cosa mi sta veramente stretta. Adesso ti racconto.

Raffaele:
[26:55] Va bene, allora spostiamoci nella sala di tiro con l'arco... spostiamoci nel nostro after show, nella nostra sala per i nostri sostenitori. Ricordate, se volete ascoltare queste nostre conversazioni extra, dovete sostenere il progetto Easy Italian.

Matteo:
[27:14] In questo modo riceverete non solo l'accesso al feed del podcast con questa parte extra, ma anche strumenti come il Vocab Helper, che vi farà vedere su schermo le dieci parole più importanti con la traduzione minuto per minuto e la trascrizione interattiva. Ovvero potete leggerla mentre ascoltate e tradurla. Quindi più di così, non lo so. Ci pensiamo, ci stiamo pensando ad altri materiali ma per adesso bastano per studiare l'italiano.

Raffaele:
[28:01] Va bene. Matteo, io sono già di là nel frattempo.

Matteo:
[28:04] Allora io prendo un attimo un caffè. (No dai, acqua.) Acqua, affare fatto. (Ciao a tutti.) Ciao.

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